Prologo
BY YOUR SIDE
La mia vita insieme a te
A Stefano,
Faro della mia vita,
Anima di ogni mia parola.
Prologo
“Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;
Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore
o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato.”
(William Shakespeare, Sonetto 116)
Dovresti scrivere un libro, sai?
Dai, Amore, non cominciare. Ti pare che con tutte le cose che faccio e devo ancora fare, mi siedo e mi metto a scrivere un libro. E poi su cosa lo scrivo il libro?
La vita le cose te le mette sempre sotto agli occhi. In ogni momento. In ogni secondo di ogni giornata. Ma si è sempre troppo presi da tutte le cose da fare e da dover ancora fare. Quel fare che non ti fa sedere neanche per un attimo. E quando ti siedi, allora ti accorgi che era davvero tutto sotto ai tuoi occhi sbarrati dalla quotidianità. Quel bel disegno così giusto per te.
Io mi sono seduta per la prima volta davvero nella mia vita il 7 febbraio del 2021. Nel momento esatto in cui la vita mi è stata portata via. Non che volessi sedermi per scelta. Mi ci sono buttata più senza forze su quella sedia, con le mani alzate a quella vita che troppi segnali mi aveva dato e io non avevo guardato.
Quando mi sono accasciata, alle 2.03 della mattina di tempesta di quel 7 febbraio qualcosa si è spento dentro, per sempre. La notte si è accomodata accanto a me. D’altronde, come fai a sentire la luce dentro quando una malattia ti esaurisce l’energia, soffia via la speranza e rapisce l’Amore? Te lo porta via dopo che hai tanto lottato, dopo che hai sempre sperato.
In quella notte di pieno inverno, qualcosa ha iniziato a parlarmi dentro. E io ho iniziato ad ascoltare, finalmente. Dovresti scrivere un libro, sai?
È una frase che risuona nel mio cuore stanco e affaticato in questi primi mesi di questa nuova vita. Una seconda vita che se avessi potuto non avrei scelto ma è arrivata senza bussare. Perché la vita è così, non ha tempo di giocare con te. Ti prende i piani più belli, te li scombina, accartocciati per sempre, e tu non capisci perché. Non senti più nulla. Per molto tempo.
È l’unica frase che sono riuscita davvero a captare nel caos di questo tuttora inspiegabile silenzio. La sento dentro. Mi smuove da dentro. Mi tiene compagnia. Mi asciuga le lacrime che ogni giorno, da quel giorno, tagliano il sorriso e affogano il cuore.
Perché quando il cuore l’hai allenato così tanto a felicità per più di 13 anni, per quanto sia elastico e pieno e pronto, per quanto pensi sia indistruttibile, invincibile, se la vita te lo strappa dal petto e te lo scaraventa a terra senza preavviso, quello stai per certo si romperà.
E tanto più in alto hai posizionato la mensola della felicità, tanto più forte sarà il tonfo. Tanti più saranno i pezzettini rotti da ritrovare, raccogliere, accogliere di nuovo. Non è una questione di romanticismo. È una questione di fisica. E a me la fisica non piace per niente.
Con quel cuore fatto in miliardi di pezzi sul pavimento ci sono stata per molto tempo. Ci torno ogni giorno. Senza darmi mai le risposte, senza darmi il permesso di capire. Perché, alla fine, cosa c’è da capire quando muori a 35 anni per un melanoma? Cosa c’è da capire quando hai tra le mani un Amore vero, tu te ne prendi davvero cura, e te lo portano chissà dove, dissolto nel vento e nei ricordi?
In quei momenti, seduta e sconfitta, ripenso ai ricordi che abbiamo collezionato nell’album della vita, alle storie indelebili scritte sul nostro libro, alle canzoni dai battiti forti che abbiamo inciso, a tutti i posti che abbiamo riservato solo per noi e che resteranno per sempre nostri.
In quei momenti nuda sul pavimento, mentre la rabbia bussa per la prima volta dentro di me, penso a quanto eravamo giusti, a quanto eravamo veri, a come eravamo anime pure fatte per incastrarsi nell’incontro della vita.
Spero un giorno di vivere quello che voi avete avuto.
Quello che avete costruito, quello che avete vissuto, la maggior parte delle persone non lo proveranno mai nell’arco di una vita intera.
Questo mi dicevano mentre mi abbracciavano al funerale. Come se fossi una privilegiata di prima classe. Come se fosse una consolazione. Un premio da innalzare al cielo tra urla di felicità. Un regalo da scartare la mattina di Natale.
Nel buio di quei pensieri, finalmente seduta a terra, riascoltando la vita, rivivendo i ricordi, osservando il mondo fuori, ho iniziato a sentire una luce dentro. Una faro da lontano. Una guida di speranza. Ho capito che tutta questa storia, la nostra storia, quell’Amore così vero, è stato un dono che io ora posso regalare a qualcun altro. A quei qualcuno che la vita sono troppo presi a farla, invece che sentirla, come spesso è capitato anche a me prima di sedermi. A tutte le persone che il disegno che la vita pone davanti agli occhi ogni giorno non fanno in tempo ad afferrarlo o ammirarlo. A chiunque sogna di incrociare nell’incontro della vita la propria persona e viverla davvero, foss’anche per 5 minuti. Perché l’Amore non è una questione di fisica e di calcoli di tempo, ma di emozioni e magia. E a me la magia piace davvero tanto.
Ora, seduta su questi pensieri, ripenso a quella domanda, fatta in una giornata che capita come tante senza che te ne accorgi, e mi rendo conto che la risposta era già scritta dentro di me:
E poi su cosa lo scrivo il libro?
Sull’unica cosa che ho davvero conosciuto ogni giorno per quasi 14 anni finché non mi sono dovuta sedere.
L’Amore.
Accanto a te.
E spero che questa storia così magica, così normale, così piena, ricordi a chiunque incroci lo sguardo su queste righe che l’unica cosa che vale la pena di avere e provare, anche solo per 5 minuti, è l’Amore vero. La magia.
Aspettami, Amore. Guardami mentre restituisco al mondo tutta la vita che hai creato intorno a te. Tutto l’amore che ho vissuto accanto a te. Tutta la bellezza che mi hai insegnato a vedere e hai lasciato dentro di me.
Un giorno, tornerò da te e sarà di nuovo bellissimo, sarà come sempre. Saremo per l’eternità, da qualche parte nell’universo.
Photo: “Faro e pino” di Tino Stefanoni. Regalo di Stefano per i miei 30 anni.
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